Mimmo Calò ha 44 anni, pochi vizi e ventimila euro sul conto dopo vent’anni di lavoro da commentatore televisivo delle partite del Palermo. Non è calvo, ma ci sta lavorando. Ha una donna, Barbara, ma è da poco che se n’è accorto davvero. E vive nella casa che gli ha lasciato il nonno, circondato dalla carta da parati. Un ottimo lascito, se non fosse che oggi come oggi «Niente ti ricorda più della carta da parati in salotto che nella vita non hai concluso una benamata minchia». Calò è cinico e svogliato, cafone e filosofo. Rompe il ghiaccio con il politically scorrect per poi sedurti con i principi saldi: la famiglia, l’amicizia, la fedeltà. È l’eroe moderno che lascia agli altri il sogno di un chiringuito in Costa Rica, che al calcetto con gli amici preferisce le aste giudiziarie. Ed è proprio da questo anomalo hobby, e da una paternità inattesa, che iniziano le sue disavventure: aprire un locale dove servirà soltanto sfincione – una squisita pizza siciliana, molto lievitata, con pomodoro e cipolle. Da qui una cascata di problemi: mutui, fidi, permessi, burocrazia infinita, pizzo, concorrenza sleale, una rapina in banca, una pistola puntata alla tempia, l’offerta di partecipare a un «rapimento social» per saldare i debiti e sfiga. Tanta sfiga. Loforti ci trascina in un susseguirsi di vicende bizzarre che si gustano con un ritmo cinematografico. C’è la Palermo dei vicoli e delle borgate, polverosa e popolare, che ci arriva dalla scrittura asciutta e quotidiana di un palermitano sincero che ben si coniuga con i personaggi che racconta.
La maison d'édition :
Baldini&Castoldi nasce nel 1897 sotto i portici della Galleria Vittorio Emanuele a Milano, rinasce nuovamente nel 1991 e infine per una terza volta, sempre a Milano, nel 2013, affrontando ogni volta un mondo diverso. Nel 2013 Baldini&Castoldi rilancia, in un mondo profondamente mutato e in mutamento, un lavoro dove curiosità e ricerca cercano…
Scrittura volutamente popolare nella parte narrativa del racconto; più “alta” nella parte riflessiva che fa sempre da sponda alla narrazione. E così accanto alla sintassi lontana dalle regole, si affiancano espressioni graffianti profonde (“i ricordi prendono la forma del graffito”). La lettura é scorrevole, le varie scene sono rese in maniera cinematografica (vivide, veloci e realistiche) e spesso l’autore indugia in uno stile colloquiale, non disdegnando espressioni e modi di dire dialettali che però sono esplicitati in un glossario finale.
E’ un romanzo spiritoso e leggero che alcune volte può apparire persino superficiale visto che si raccontano con umorismo le disavventure imprenditoriali del protagonista che si scontra con la realtà meridionale fatta di pizzo, di connivenze, di concorrenza sleale, problemi che affliggono la realtà italiana e maggiormente il Sud, dove le clientele sono più consolidate e tollerate. Si parla anche di rapporti familiari, di amicizia, di fedeltà, di problemi della vita quotidiana di tutti.