Il bambino che disegnava le ombre (2021)

RAMUNNO Oriana

Quando Hugo Fischer arriva ad Auschwitz è il 23 dicembre del 1943, nevica e il Blocco 10 appare più spettrale del solito. Lui è l’investigatore di punta della Kriminalpolizei e nasconde un segreto che lo rende dipendente dalla morfina. È stato chiamato nel campo per scoprire chi ha assassinato Sigismud Braun, un pediatra che lavorava a stretto contatto con Josef Mengele durante i suoi esperimenti con i gemelli, ma non ha idea di quello che sta per affrontare. A Berlino infatti si sa ben poco di quello che succede nei campi di concentramento e lui non è pronto a fare i conti con gli orrori che vengono perpetrati oltre il filo spinato. Dalla soluzione del caso dipende la sua carriera, forse anche la sua vita, e Fischer si ritroverà a vedersela con militari e medici nazisti, un’umanità crudele e deviata, ma anche con alcuni prigionieri che continuano a resistere. Tra loro c’è Gioele, un bambino ebreo dagli occhi così particolari da avere attirato l’attenzione di Mengele. È stato lui a trovare il cadavere del dottor Braun e a tratteggiare la scena del delitto grazie alle sue sorprendenti abilità nel disegno. Mentre tutto intorno diventa, ogni giorno di più, una discesa finale agli inferi, tra Gioele e Hugo Fischer nascerà una strana amicizia, un affetto insolito in quel luogo dell’orrore, e proprio per questo ancora più prezioso.

A propos de l'auteur :

RAMUNNO Oriana :

RAMUNNO Oriana è nata a Rionero in Vulture ma vive a Berlino.
Questo è il suo primo romanzo, che verrà pubblicato anche da HarperCollins UK.

La maison d'édition :

Rizzoli :

Fondata nel 1927, è una grande casa editrice generalista che pubblica narrativa, saggistica, varia, ragazzi, graphic novel, manuali e illustrati. Accanto alla vocazione di editore leader nella saggistica, dovuta anche allo storico legame con le firme del Corriere della Sera (da Enzo Biagi a Oriana Fallaci, da Indro Montanelli a Beppe Severgnini),…

5|5
1 avis
1 Commentaires
Laisser un commentaire

Laisser un commentaire

Votre adresse e-mail ne sera pas publiée. Les champs obligatoires sont indiqués avec *

*

  • Maria Clara
    17 novembre 2021

    La scrittura facile, scorrevole, ricca di dialoghi, l’ambientazione storica, le riflessioni che se ne possono trarre rendono questo romanzo interessante anche per gli adolescenti. Ambientato nei due campi di concentramento di Auschwitz e Birchenau in un arco temporale ben definito (21/12/1943 - 28/12/1943) il romanzo prende l’avvio dall’indagine di Hugo Fischer, investigatore della Kriminal Polizei, inviato nel campo per scoprire un omicidio e sviluppa trame e personaggi diversi e molto interessanti. Dove comincia il male? Dove finisce il bene? E’ possibile una redenzione? Il piccolo Gioele che affiancherà l’investigatore è il simbolo dell’innocenza che non si arrende. Gioele, pur vivendo in un luogo terribile, incapace come tutti i bambini di concepire perversioni e cattiverie degli adulti, si salva grazie alla sua ingenuità, la fiducia cieca nel futuro riuscendo ad essere un valido supporto concreto e psicologico per l’indagine dell’ispettore Hugo Fischer. Il personaggio dell’investigatore è un Giano bifronte: apprezzato ed osannato a Berlino, combattuto nel suo intimo dalla sua realtà fisica (malato di sclerosi multipla) sa di non rappresentare gli ideali del tempo, sa che sarebbe considerato uno scarto, un intoppo alla decantata purezza della razza ariana. Molti degli episodi narrati sono realmente accaduti, testimonianze reperite tra Auschwitz e Berlino dove la scrittrice ha vissuto per alcuni anni. Nella valutazione di questo romanzo, aldilà della trama, quel che mi sembra più interessante è l’invito alla speranza, l’apertura al bene, la necessità, come ha raccontato la scrittrice in una intervista, di ricordare ai giovani, raccontando, questa pagina terribile della storia. Molti gli spunti su cui riflettere: - “in quel momento capì (Hugo) dove tutto era iniziato: nelle cose piccole e comuni, nella banalità delle azioni quotidiane, nell’inconsapevolezza del pericolo”