Lingua madre (2021 )

FRINGERLE Maddalena

Paolo Prescher odia le «parole sporche», quelle parole che secondo lui non dicono ciò che dovrebbero dire, e le persone ipocrite che le pronunciano. Per questo odia la città in cui è nato, Bolzano, con la sua retorica sul bilinguismo e l’apparente armonia identitaria. Da qui l’idea di abbandonare l’italiano, il desiderio di parlare una lingua incontaminata e la fuga a Berlino, dove incontra Mira, l’unica che riesce finalmente a pulirgli le parole, tanto che persino tornare a casa gli appare possibile. Si consuma così un’ossessione in tre atti, in cui Maddalena Fingerle riflette sul valore delle parole e sul loro potere e, attraverso uno stile fulmineo e raffinato, rivela il senso più profondo del linguaggio.

A propos de l'auteur :

FRINGERLE Maddalena :

Maddalena Fingerle è nata a Bolzano nel 1993, ha compiuto gli studi universitari in Germanistica e Italianistica alla Ludwig-Maximilians-Universität Monaco, dove è ricercatrice universitaria. Sta concludendo un dottorato di ricerca sull’allegoria e il travestimento in Torquato Tasso e Giovan Battista Marino. Alcuni suoi racconti sono usciti su Nazione Indiana, CrapulaClub e Narrandom. « Lingua madre”, la cui traduzione tedesca uscirà per Folio-Verlag a febbraio 2022, ha vinto il Premio Italo Calvino, il Premio Comisso under 35, il Premio Flaiano under 35, il Premio Città di Girifalco e il Premio Fondazione Megamark.

La maison d'édition :

Italo Svevo :

Nel 1966 vengono fondate dalla libreria la Fenice di Trieste le Edizioni Italo Svevo. ITALO SVEVO rappresenta quell’energia intellettuale che da sempre caratterizza la tradizione della città di Svevo, Saba, Bazlen e Stuparich. ITALO SVEVO offre una nuova editoria di cultura, intel­ligente e attenta alle esigenze dei lettori più raffinati.

3|5
1 avis
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  • Mariateresa
    17 novembre 2021

    Il romanzo è suddiviso in tre parti titolate Bolzano- Berlino-Bolzano ed è ambientato nel nostro presente e nel passato prossimo. Vi si narra la vita di Paolo Prescher, bambino problematico che non risolverà i suoi sospesi e le sue manie neppure da adolescente e, men che meno, da adulto quando queste sfoceranno in quello che fin dall’inizio sembra essere un disturbo piuttosto grave. Il tema centrale è quello della ricerca ossessiva della purezza delle parole e, quindi, del linguaggio. Paolo odia la madre che “gli sporca le parole”, detesta la sorella e rimpiange di non saper comunicare con il padre che non parla per scelta. In una casa piena di etichette che il padre attacca su ogni oggetto scrivendoci il nome sopra, Paolo vive la sua infanzia e adolescenza in una Bolzano fintamente bilingue e questo è l’altro grande tema del libro, connesso intimamente al precedente. Finite le superiori e dopo la tragica morte del padre, Paolo , che nel frattempo ha deciso di parlare solo più tedesco, si trasferisce a Berlino dove conosce Mira e l’amore ,ma la breve parentesi di serenità è destinata a non durare a lungo. Rientrati insieme a Bolzano, Paolo e Mira si scontreranno con le difficoltà del quotidiano in un crescendo di angoscia e ossessioni e la perfetta comunicazione che era presente tra i due si dissolverà come neve al sole. Finale criptico e tragicissimo. Sinceramente questo libro mi ha messo addosso una tristezza incredibile e , nonostante lo stile sia originale e la scrittura buona, non posso non tener conto di ciò nel mio giudizio.

  • Gabriella
    17 novembre 2021

    La scrittura della Fingerle si dimostra particolare ed originale sin dalle prime parole del romanzo. E dalle prime parole si capisce che la lingua per la scrittrice non è solo una scelta di stile, ma è un elemento strutturale della narrazione. Il romanzo è diviso in tre parti, con due città, Bolzano e Berlino, ed un ritorno. In ogni parte la lingua usata dalla Fingerle ha delle caratteristiche diverse: dalle ripetizioni tipiche dell’infanzia e dall’odio per le “parole sporche” (cioè ipocrite) della prima parte, si passa nella seconda parte (Berlino) ad una lingua più distesa, ottimista ed a volte tenera. Nella terza parte, con il ritorno a Bolzano, c’è una graduale perdita della serenità, con un ritorno alla ripetizione, all’ossessione, ed alla sconfitta. Leggibilità buona se siamo disposti a seguire la scrittrice nel suo viaggio sulle parole.

  • Gabriella
    17 novembre 2021

    I temi trattati in questo romanzo sono il valore delle parole ed il loro potere e la nostra abitudine di tradirne il senso, o di usarle per nascondere anziché per rivelare. Protagonista è Paolo, bambino e adolescente a Bolzano, che cresce nell’ossessione per le parole che diventano “parole sporche” se usate con falsità. A Berlino Paolo trova un rifugio, un lavoro e conosce Mira, capace di “ripulire” le parole. Il ritorno a Bolzano, dovuto anche alla necessità di un aiuto economico dato che la coppia aspetta un figlio, rappresenta però una sconfitta graduale, che si trasformerà ben presto in un’ossessione e poi in una tragedia. Il romanzo della Fingerle è originale nella scelta dei temi e nella modalità di conduzione, ed è sempre coerente nel suo svolgimento. C’è qualche difficoltà iniziale ad entrare nel meccanismo letterario creato dalla scrittrice.