X è un romanzo e una lettera. Valentina scrive al fratello con cui non parla da anni per raccontargli quello che ne è stato di lei e soprattutto quello che non ha avuto il coraggio di dirgli in passato. Torna all’estate del 2010, l’estate della sua maturità. C’è una festa, alcol e nelle casse la musica degli ZetaZeroAlfa, band di riferimento di CasaPound. La musica l’ha messa G., amico di tutti lì, anche di Valentina, ottimo studente della scuola cattolica nonostante la celtica al collo (è pur sempre una croce, del resto, e in quell’ambiente non è grave quanto un orecchino indossato da un ragazzo). G. quella notte diventa uno stupratore. Uno stupratore normale in un quartiere normale di un paese normale: nessun mostro, nessuna martire, nessun livido, solo un po’ di sangue sul letto. Valentina non lo denuncerà mai. Esattamente come il novanta per cento delle donne che sono state violentate, quel danno resta taciuto per anni. Con un’unica eccezione, un solo confidente, suo fratello che tuttavia non le crede. Al contrario, si allontana da lei e rimane amico di G., lo stupratore. Dopo quasi dieci anni Valentina decide di riprendersi la propria storia, di spezzare l’omertà e ribaltare la vergogna, dalla violentata al violentatore, restituendola a lui. È questo che ci racconta Valentina Mira in X: il tabù e lo stigma che accompagnano lo stupro, la violenza che porta a sentire il proprio corpo come estraneo. La necessità di una reazione. Scrive un canto di Natale per il fratello che non le ha creduto, lo porta indietro con sé in quella festa di molti anni prima, e poi nel presente in cui nulla funziona perché la violenza è sistemica e non una sfortunata eccezione, infine in un futuro che vede nel diritto a difendersi e ad aggredire l’unica via. Un romanzo di una forza e di una franchezza senza precedenti in cui la potenza letteraria e di racconto lascia disarmati.
La maison d'édition :
Fandango Libri è stata fondata nel 1999 da Domenico Procacci ed è legata all’omonima casa di produzione cinematografica che ha prodotto tra gli altri Gomorra, Reality e L’imbalsamatore di Matteo Garrone, i film di Nanni Moretti e che sta lavorando alla serie tv tratta da L’amica geniale di Elena Ferrante.…
In una lunga lettera divisa in brevi capitoli titolati, Valentina Mira si racconta al fratello, che ha completamente tagliato i ponti con la famiglia da anni. Con stile asciutto e molto realistico, a volte crudo e brutale, Valentina non nasconde nulla di sé dallo stupro (ad opera di un amico del fratello) nell’estate della sua maturità , agli anni dell’università, al lavoro precario e sottopagato. Anni durissimi si studio e di disagio interiore ed esteriore che la portano finalmente al lavoro tanto sognato in un giornale. Ma anche qui Valentina dovrà fare i conti con il potere subdolamente esercitato dagli uomini in un mondo dove le donne subiscono continue violenze. Un libro duro e di denuncia delle disparità di genere presenti a tutti i livelli nel nostro paese, dove le donne purtroppo quando dicono dei “no” non solo non vengono ascoltate ma spesso vengono anche bollate come altere, bacchettone, frigide o peggio. Un libro coraggioso che ho trovato molto interessante per lo spaccato che offre sul mondo dei giovani soprattutto se si tiene presente che la protagonista è assolutamente “normale” e non ha alle spalle situazioni di particolare disagio. Nel primo capitolo, che porta lo stesso titolo del libro, Valentina Mira ne spiega il significato.